“Oh senti, ma se po’ sape’ chi è ‘sto Zerocalcare? È quel pischello che fa i disegnetti?” Se questa è la conversazione che hai appena avuto con il tuo amico appassionato di fumetti, allora ti conviene stare attento alle tue prossime parole, perché la persona in questione potrebbe sbroccà, se parli del suo artista preferito in maniera troppo semplicistica.
Beh ma non preoccuparti; per tua fortuna ci sono qui io e posso aiutarti a rimediare: grazie a questo mio articolo, infatti, potrai finalmente capire chi è Zerocalcare e perché dovresti prenderti un accollo e proporre al tuo amico di andare con lui alla Fabbrica del vapore di Milano, per visitare l’esposizione dedicata al fumettista di Rebibbia, intitolata “Zerocalcare. Dopo il botto”.
Michele Rech, in arte Zerocalcare, è un fumettista italiano classe 1983 ed è una tra le figure più interessanti della cultura contemporanea. Non starò qui a dilungarmi sulla sua biografia (la puoi leggere nell’ampia timeline che, d’introduzione alla mostra, ripercorre i momenti più significativi della sua vita); ti basti sapere che Zerocalcare, nato ad Arezzo e di origini francesi, è noto principalmente per le sue graphic novel, nelle quali racconta con ironia alcuni momenti della sua vita (La profezia dell’armadillo, Un polpo alla gola, Macerie prime, Dimentica il mio nome, tra le più famose), ma anche per le sue opere di denuncia sociale e di reportage (No Sleep Till Shengal o Kobane Calling).
Da sempre legato alla scena underground e conosciuto anche per il suo stile di vita straight edge, Zerocalcare è diventato famoso per le sue strisce che, con un concentrato di autoironia e citazioni appartenenti alla cultura pop, raccontano il nostro tempo, con un ritratto lucido, divertito ma anche malinconico.
Negli ultimi anni, la popolarità del fumettista è cresciuta ulteriormente e il singolare linguaggio comunicativo dell’autore con i suoi numerosi e grotteschi personaggi (Madre e Padre, l’Armadillo, Lady Cocca, l’amico Cinghiale, l’amico Supplì, Sarah, Secco e tantissimi altri ancora) è arrivato agli occhi e alle orecchie degli appassionati di serie TV – grazie a Strappare lungo i bordi, prima serie TV animata del fumettista che sarà seguita da Questo mondo non mi renderà cattivo – e degli amanti degli audiolibri, a seguito della pubblicazione in versione audio di alcune tra le sue opere più note.
“Ah sì, ma allora lo conosco Zerocalcare: è quello dell’Armadillo, è popo forte!” Se hai appena fatto quest’esclamazione allora, come direbbe Zerocalare, “sta bono e continua a legge’ ‘sto pippone”: le opere del fumettista di Rebibbia non si limitano solo all’Armadillo, rappresentazione esteriore della coscienza dell’artista e, non a caso, la mostra “Zerocalcare. Dopo il botto”, si pone l’intento di far conoscere l’autore e le sue altre opere e tematiche di spicco.
Visitabile alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 23 aprile 2023, l’esposizione, rivolta ai fan dell’artista ma anche a chi lo ha appena conosciuto (o quasi), è divisa in aree che sviluppano i principali temi cari a Zerocalcare: le forme di opposizione sociale, il sostegno agli spazi comunitari come forma alternativa di organizzazione, la denuncia degli abusi di potere o le storie di esclusione ed emarginazione, per esempio.
Ideata da Silvia Barbagallo, prodotta da Arthemisia e organizzata da Minimondi Eventi e Arthemisia in collaborazione con Piuma, Zerocalcare. Dopo il botto è una mostra che vuole riconnettere gli spettatori, all’indomani della pandemia, evento che ha causato una disgregazione dei legami sociali: formata da più di 500 tavole, oltre che da video, bozzetti, illustrazioni, statuine, poster, ritratti su tela e persino da un’esposizione site specific (uno scenario apocalittico in cui un meteorite è caduto sulla Terra), ha l’obiettivo di raccontare i “mondi” interiori ed esteriori dell’artista, facendoli “vivere” in un’esperienza collettiva.
Dopo la timeline introduttiva sulla biografia di Michele Rech, la mostra Zerocalcare. Dopo il botto accoglie i visitatori con l’esposizione site specific: una città devastata dalla caduta di un meteorite. In questa sezione sono esposti i fumetti dedicati all’apocalisse che tutti noi abbiamo vissuto (la pandemia da Coronavirus), con strisce dedicate al Covid, alla sanità, alla vaccinazione. È impressionante vedere l’esperienza del lockdown esposta in una mostra: sembrano passati secoli da quando Zerocalcare ha pubblicato i video di Rebibbia Quarantine, ironizzando sulle file ai supermercati e sulle videochiamate durante la quarantena, eppure sono trascorsi solo tre anni.
Oltre alla pandemia, al duro lavoro degli infermieri durante il lockdown e alle problematiche legate alla sanità pubblica e privata, ci sono tanti altri temi cari all’artista e, infatti, le varie aree permettono di ripercorrere tutti i suoi lavori: per esempio sono esposti i manifesti per i centri sociali e per i concerti punk, oltre ai fumetti dedicati al mondo del lavoro; vi è una sezione di approfondimento sul G8 di Genova, è possibile apprezzare alcuni disegni estratti dal suo blog ufficiale, i reportage da Kobane e dall’Iraq, il dietro le quinte alla realizzazione di Strappare lungo i bordi e tantissimo altro ancora.
Ironicamente, si potrebbe affermare che la mostra è un vero accollo per chi non ha mai letto Zerocalcare: per leggere le strisce (la maggior parte sono già state pubblicate, ma ci sono anche alcune opere quasi introvabili), bisogna avvicinarsi alle pareti e alcune esposizioni sono posizionate un po’ troppo in alto, rendendo difficile la lettura, già penalizzata dai caratteri piccoli. Tuttavia, Zerocalcare. Dopo il botto non è una mostra come le altre: l’esposizione è fortemente contraddistinta dall’autoironia dell’artista che, con alcune scritte sui muri, allerta i visitatori della presenza di pipponi da leggere o li guida con numeri e frecce nella lettura delle strisce, consapevole lui stesso delle difficoltà di lettura.
Quindi, se adori Zerocalcare e vuoi trascorrere una giornata full immersion nelle sue opere, sentendoti praticamente accompagnato da lui stesso nella visita dell’esposizione, se pensi che l’amico Cinghiale sia uno stile di vita oppure ancora se, dopo aver visto Strappare lungo i bordi, vuoi saperne di più su chi sono l’Armadillo, Sarah, Secco e Alice, allora devi assolutamente prenderti questo accollo e andare alla mostra “Zerocalcare. Dopo il botto”, in modo da capire finalmente perché il tuo amico ti dice sempre: “annamo a pijà er gelato?”.
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