Death Note

«L’umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà» Se venissi in possesso di un Death Note, un quaderno in grado di uccidere le persone, che uso ne faresti? Nel mondo, molti killer seriali rimangono impuniti; useresti questo quaderno per fare giustizia?

Un quesito molto forte per quelle che sono premesse del manga di Tsugumi Ōba, per il quale è stato poi realizzato un anime; premesse che sono state ben sviluppate nel corso dei 37 episodi e che ne hanno decretato il successo.

L’anime di Death Note è capace di tenere con il fiato sospeso lo spettatore.

Vi è una continua sfida a colpi d’astuzia da parte dei protagonisti e si affrontano tematiche che riguardano il concetto di giustizia, con discorsi importanti dal punto di vista morale.

Bisogna quindi attribuire i giusti meriti a un manga e anime come Death Note, riuscito a diventare particolarmente famoso anche in occidente. Sarà stata questa popolarità ad aver spinto Netflix alla decisione di realizzarne una trasposizione cinematografica?

Disponibile dal 25 agosto 2017 su Netflix, la trasposizione in film di Death Note non riesce però a svolgere il suo lavoro. Il risultato è un prodotto mediocre che non riesce ad accontentare i fan dell’anime e che non risulta valido nemmeno come storia a sé stante.

Death Note, perché il film di Netflix non funziona

Death Note
Death Note: l’incontro tra L e Kira è una delusione

Conosci a memoria l’anime di Death Note e pensi di sapere anche la trama di questo adattamento? Ti sbagli, la trama del film di Death Note disponibile su Netflix ha ben poco a che vedere con la storia principale della serie animata.

Light Turner (e non Light Yagami, sì hai letto bene) è uno studente del liceo che, casualmente, entra in possesso di un Death Note, un diario dai poteri sovrannaturali: il quaderno è in grado di uccidere coloro il cui nome venga scritto sulle pagine.

Partendo da uno scontato episodio di bullismo scolastico, Light sperimenterà il potere del quaderno, scoprendone le potenzialità e scegliendo di utilizzarlo per diventare un giustiziere. Se però nell’anime, uccidendo i maggiori serial killer, Light si fa prendere la mano diventando il meticoloso e calcolatore Kira, che elimina chiunque gli metta i bastoni tra le ruote, così non accade nel film Netflix.

Il personaggio di Light Turner (interpretato da Nat Wolff) risulta piuttosto un adolescente svogliato e annoiato che si inventa un nome in giapponese per depistare i sospetti. La mal caratterizzazione dei protagonisti del film di Death Note non risparmia nemmeno Misa Amane (qui chiamata Mia Sutton). Nella volontà di realizzare una trasposizione americana dell’anime, Misa perde tutti i connotati da idol e fan di Kira, risultando una cheerleader sfacciata amante del pericolo.

Non voglio soffermarmi molto sulle scadenti capacità recitative dei giovani attori: dico però che, dopo aver visto Margaret Qualley recitare nella pubblicità del profumo Kenzo, avevo grandi aspettative. Purtroppo la sua performance nel film si è rivelata deludente.

Death Note tocca il punto più basso quando entra in gioco il personaggio di L.

Lakeith Stanfield, l’attore che lo interpreta, ce la mette tutta per assomigliare alla controparte animata. Un vero peccato però che nel corso del film, il personaggio in questione venga completamente snaturato. Il risultato finale? Una brutta caricatura di L.

E Ryuk? Dell’originale shinigami rimane solo l’aspetto estetico: le potenzialità recitative di Wililem Dafoe che lo interpreta si perdono nel nulla. Il Dio della morte resta sempre in disparte o nell’ombra e le poche battute di copione non riescono a salvarle un film che già aveva problemi a causa di una sceneggiatura traballante.

Death Note: Il trailer del film Netflix e la sinossi ufficiale

Death Note | Trailer | Netflix Italia

In questa storia tratta dal famoso manga giapponese, un ragazzo, intossicato dai poteri di un quaderno soprannaturale, ammazza chi reputa indegno di vivere.

Death Note: perché il film Netflix è un’opportunità sprecata

Death Note 1
Death Note: L parla al pubblico mostrando in parte il suo volto

Degli originali protagonisti principali dell’anime (oltre che della storia originale) c’è proprio poco. Il film di Death Note assomiglia alla fine a un teen drama con qualche elemento splatter, piuttosto che a un thriller psicologico ben costruito.

Resta da capire come mai, avendo tra le mani una storia ben costruita come quella di Death Note, gli sceneggiatori abbiano deciso di realizzare una storia così diversa. Forse la volontà era quella di avvicinare i teenager per proporgli una variante della storia di Death Note…ma a giudicare dalle diverse recensioni negative, sembra che neanche a loro sia piaciuto.

E tu cosa ne pensi? Questa versione americana di Death Note ti è piaciuta o preferivi l’anime e il manga giapponese? Ti invito a lasciarmi un commento per dirmi la tua.


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